Besuch einer italienischen Flottille in Wien
(1922 und 1924)

Im Zusammenhang mit der Ratstagung der IMC in Wien am 25. Oktober 2010 wird in der Zeitschrift "Marinai d'Italia", folgender Artikel über den Besuch von zwei Militärschiffen an der Donau im Zeitrahmen 1920 - 1924 (in Wien und Linz) in Erinnerung gerufen. Es waren 2 Missionen, wobei die Boote in der ersten Mission am 12. Mai 1922 und in der 2. Mission am 15. Mai 1924 Wien erreicht hatten.

Der Bericht von Prof. Dieter Winkler kann nun durch den, uns von Cdr Armando Galmarini, A.N.M.I. zur Verfügung gestellten, italienischen Beitrag mit weiteren Angaben ergänzt werden.

VON LA SPEZIA NACH WIEN

Eine italienische Flottille auf Besuch Mai 1924

Zusammengestellt von Prof. Dieter Winkler

Bereits im Mai 1922 hatte das italienische Torpedoboot 69PN Wien und Linz besucht. So planten die italienischen Marinebehörden eine Wiederholung gleichzeitig mit einem Besuch des italienischen Kriegsgefangenen-Friedhof im oberösterreichischen Mauthausen.
Für diese Auslandsreise wurden die Torpedoboote 75 OLT und als Begleitfahrzeug das Torpedoboot GIOVANNINI bestimmt. Die Reiseroute führte von La Spezia nach Messina, Piräus und Konstantinopel zur Donaumündung bei Sulina. In Galatz wurde ein Zwischenstopp gemacht, um kleine Reparaturen sowie Überholungen durchzuführen.

Nach der Passierung Ungarns erreichte die Flottille am 16.Mai 1924 Wien. Das Boot GIOVANNINI ankerte bei Stadtlau, während Torpedoboot 75 in den Donaukanal einlief und hier vor dem DDSG Direktionsgebäude festmachte. Die zentrale Lage ermöglichte vielen Wienern das Boot zu besichtigen. Auch die Printmedien berichteten von diesem Ereignis.

Das italienische Marineministerium hatte dem Kommandanten der Torpedoboote genaue Instruktionen auf die Reise mitgegeben, u.a. Zweck der Reise „Flagge zu zeigen“, wenn möglich bis Regensburg zu fahren und für alle Fälle auf dem italienischen Kriegsgefangenen – Friedhof in Mauthausen mit einer genau vorgeschriebenen Zeremonie der Toten zu gedenken.
Das Geleitboot GIOVANNINI blieb in Wien zurück und TB 75 OLT fuhr stromaufwärts. Bei km 138, Nähe Grein musste auf Grund einer Havarie die Weiterfahrt gestoppt und Linz angelaufen werden. Eine Fahrt nach Bayern war aus mehreren Gründen nicht mehr möglich (ungünstiger Wasserstand, Regulierungsarbeiten bei Passau). Am 31.Mai 1924 wurde die Rückfahrt von Linz aus angetreten, um in Mauthausen die geplante Gedenkfeier abzuhalten. Im Rahmen der Feier legten der Landesamtsdirektor Attems, General Dobretzberger, der Vizepräsident des Österreichischen Schwarzen Kreuz sowie der ital. Gesandte Bordonaro vor dem Grabmonument Kränze nieder. Zum Abschluss der Feier paradierte Torpedoboot 75 in langsamer Fahrt vor der Kriegerstätte.

Nach der Ankunft in Wien ankerte das Boot beim Liegeplatz der GIOVANNINI außerhalb des Stadtzentrums. Am 12. Juni verließ die Flottille Wien und erreichte am 26.August Sulina, um über Konstantinopel durch den Kanal von Korinth am 26. September 1924 in Brindisi vor Anker zu gehen. Eine nautische Großleistung ging nach absolvierten 5708 Meilen zu Ende. (Siehe auch DIE FLAGGE 2003/1)

Foto 1.: Wien Donaukanal, März 1924. Torpedoboot 75 vor der DDSG-Direktion

Foto 2.: Mauthausen. Die ital. Friedhofsanlage zur Zeit des Besuches. Foto: ÖSK

Missioni della Marina Militare

(MM) sul Danubio (1920-1924)

In previsione del prossimo Comitato Esecutivo della CMI ( Confederazione Marittima Internazionale) del 25 ottobre 2010, organizzato a Vienna dall’Associazione dei Marinai Austriaci OMV (Osterreichischer MarineVerband) desidero rievocare le missioni sul Danubio delle navi italiane, che raggiunsero Vienna il 12 maggio 1922 (1^ missione) ed il 15 maggio 1924 (2^ missione).

La spartizione dell’ Impero austro-ungarico intervenuta dopo la 1^ guerra mondiale aveva creato transitorie situazioni di instabilità nel Centro Europa. Il Danubio, con i suoi 2900 km dal Mar Nero alla Selva Nera, attraversava diversi stati e la sua navigabilità internazionale era assicurata da 2 Commissioni, rispettivamente la CED (Commissione Europea del Danubio) nel tratto marittimo dal Mar Nero a Braila (Romania) e la CID (Commissione Internazionale del Danubio), nel tratto interno da Braila a Ulm (Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Ungheria, Cecoslovacchia, Austria e Germania).

La Gran Bretagna e la Francia mantenevano stazioni navali con piccole unità militari per affermare la libertà di navigazione sulla grande via d’acqua. Nel 1920, l’Italia volle essere anch’essa presente con proprie unità militari allorquando il Ministro della Marina, Ammiraglio Sechi propose al Governo di assegnare 2 navi alla Divisione del Levante basata a Costantinopoli (Turchia) con la missione di stazionare sul Danubio per curare l’immagine e gli interessi italiani, fintanto che navi inglesi e francesi permanessero in quelle regioni.

Furono prescelte 2 navi della serie di 71 torpediniere costiere classe PN: la 69 PN al comando del TV Ferdinando Casardi e la 57 AS al comando del 1^ TV Pellegrino Matteucci (caratteristiche delle navi in Tabella). Le navi partirono da Taranto il 19 giugno 1920 ed arrivarono Costantinopoli il 28 giugno.

Nel mentre la 57 AS rimase a disposizione per attività nel Mar Nero, la 69 PN venne subito distaccata sul Danubio ed il 6 Luglio lasciò Costantinopoli e, dopo aver transitato per Costanza e Sulina, imboccò il corso del fiume, superò Galatz (Romania) ed il 21 luglio arrivò a Braila (Romania). A Braila, la nave stazionò per circa un mese. Era infatti viva con la Serbia la disputa per la assegnazione di Fiume all’Italia e la nave dovette attendere il 16 agosto perché arrivasse dall’ Incaricato d’Affari italiano a Belgrado l’autorizzazione a procedere in territorio serbo, con la cautela che il transito davanti a Belgrado avvenisse possibilmente di notte.

Il 17 agosto la 69 PN lasciò Braila e diresse verso le Porte di Ferro, poste nell’ultimo tratto romeno e caratterizzate da cateratte e rapide impetuose, che la nave superò con molta abilità. Il 21 agosto la 69 PN raggiunse Turnu Severin (Romania), ma l’improvviso calo delle acque del fiume obbligò la 69 PN a proseguire oltre per Moldova (Romania), ove il 12 settembre fu raggiunta dalla 57 AS proveniente da Costantinopoli.

Il 16 settembre, le 2 torpediniere raggiunsero Budapest (Ungheria) ed ormeggiarono davanti al Palazzo Reale, lungo la banchina Buda, in attesa di procedere per Vienna. La sosta a Budapest si prolungò per circa un anno, sia a causa dell’incertezza sull’atteggiamento del Governo austriaco, che solo a fine ottobre confermava l’utilità della visita navale per le relazioni tra i 2 Paesi, sia a causa delle preoccupazioni sulla navigabilità invernale del fiume. Ma nell’ aprile 1921 alle navi arrivò l’ordine di riportarsi a valle, nei porti fluviali romeni, cosicché il 17 maggio esse raggiunsero Galatz.

La 57 AS dovette poi proseguire per Costantinopoli e rientrare in Italia. La 69 PN, invece, si spostò a Braila ove stazionò per circa un anno. Il 21 aprile 1922, trascorsi 22 mesi dall’inizio della missione, la 69 PN riprese da sola la sua seconda crociera sul Danubio, che risultò molto più veloce e sicura. La nave sostò a Budapest dal 1 al 8 maggio, quindi si fermò qualche giorno a Bratislava (Cecoslovacchia) ed, infine, arrivò a Vienna il 12 maggio 1922, dove fu accolta con calore dalla comunità italiana e dalla popolazione. Durante la sua permanenza in Austria, la nave arrivò fino a Linz, raggiungendo il record di 2132 km percorsi sul Danubio da una nave militare proveniente dal mare.

Nel ritorno da Linz, la cerimonia celebrativa presso Mathausen si ridusse ad un defilamento a lento moto della nave davanti al campo di concentramento dei prigionieri italiani, perché la 69 PN fu chiamata rapidamente a Belgrado per assistere al matrimonio tra Alessandro I Karageorgevic, re dei Serbi,Croati e Sloveni, e la principessa Maria, figlia del re Ferdinando I di Romania, che si celebrava l’8 giugno. Il 2 giugno la nave lasciò Vienna e il 6 giugno arrivò a Belgrado. Qui, dopo aver imbarcato il principe italiano, che rappresentava il re Vittorio Emanuele III al matrimonio, si unì alla scorta reale insieme alle navi romene, jugoslave, britanniche e francesi. Il comportamento della nave italiana, molto apprezzato, contribuì a migliorare le relazioni politiche con la Serbia.

Il 9 giugno, la 69 PN lasciò Belgrado e diresse per Braila e, quindi, per Costantinopoli. Infine, il 10 luglio 1922, arrivò in Italia, a Messina, concludendo la sua missione durata 2 anni e 22 giorni.

Dopo che la Conferenza di Losanna del 20 novembre 1922 sanzionò la sovranità italiana sul Dodecaneso, si riproposero i termini per una seconda missione italiana sul Danubio, allorquando circolò nel Ministero della Marina un promemoria preparato dal Capitano di Corvetta Casardi, che evidenziava la miglior conoscenza dell’idrografia del fiume e delle esigenze logistiche di supporto. L’ordine di operazione emesso dal Ministero della Marina nel febbraio 1924 evidenziava che gli obiettivi della nuova missione erano di mostrare la bandiera, di rendere omaggio agli italiani morti nel campo di Mauthausen e di rendere visite di amicizia ai popoli contro cui si era combattuto durante la Grande Guerra.

Furono prescelte 2 navi costiere di poco maggiori delle 2 precedenti, ma con velocità, autonomia ed equipaggio del tutto similari: la torpediniera 75 OLT (costruita dai Cantieri Orlando di Livorno), al comando del TV Eligio Giacobini e la cannoniera Giovannini di poco maggiore (costruita dalla Pattison di Napoli), al comando del CC. Carlo Cattaneo. Esse furono immediatamente sottoposte ai lavori di modifica per rendere gli alberi abbattibili ed idonei a passare sotto i ponti del Danubio.

Il 21 marzo 1924, le 2 navi lasciarono definitivamente l’Italia ed il 26 marzo raggiunsero Costantinopoli. Da qui ripartirono il 1° aprile per Sulina sulle foci del

Danubio e, quindi, per Galatz, dove arrivarono il 5 aprile. A Galatz la sosta si prolungò per una settimana, dal 5 al 12 aprile, per consentire alla OLT 75 di effettuare una radicale riparazione del sistema di governo e consentire agli equipaggi delle 2 navi di preparasi a riprendere la traversata verso Braila e, quindi, verso Giurgiu, per poi affrontare le temute Porte di Ferro.

Partendo separatamente da Giurgiu, la Giovannini il 24 aprile e la 75 OLT il 25 mattina, le 2 navi superarono separatamente e con molta abilità le Porte di Ferro e proseguìrono tranquillamente nel tratto ungherese, ricongiungendosi a Orsova il 26 aprile e proseguendo poi insieme per Budapest, con arrivo il 1° maggio, e Bratislava, con arrivo il 2 maggio 1924. La sosta a Bratislava si prolungò per 12 giorni per eseguire lavori di riparazione delle macchine della 75 OLT. Ciononostante, il 15 maggio, poco dopo aver lasciato Bratislava per Vienna, la 75 OLT subì una ulteriore avaria alla caldaia 2 e tentò di ancorarsi in mezzo al fiume, ma le difficoltà per la forte corrente ed il fondale ghiaioso, obbligarono l’unità a proseguire per Vienna con una sola caldaia.

La nave giunse a Vienna nella sera del 15 maggio e vi sostò per 10 giorni, Venne ormeggiata nel canale interno del Danubio, ad un livello più basso del fiume, per permettere ulteriori riparazioni. Il 25 maggio, la 75 OLT lasciò la capitale con entrambe le caldaie per procedere verso Passau e Ratisbona, Il 26 maggio essa raggiunse Linz, compiendo 2132 km di percorso fluviale e decise di non proseguire oltre per la latente inaffidabilità delle macchine. Il 28 maggio svolse a Mauthausen la cerimonia commemorativa ed il 29 maggio si ricongiunse a Vienna con la Giovannini. A Vienna le 2 navi attesero che la piena del Danubio calasse ed il 14 giugno partirono per Bratislava ed il 16 giugno arrivarono a Budapest, dove era stato distaccato dall’Italia il personale tecnico con le parti di ricambio per riparare definitivamente le 2 caldaie della 75 OLT.

Il 2 Luglio le navi lasciarono Budapest per Belgrado. La buona stagione e la ristabilita efficienza dei motori, consentirono una navigazione tranquilla e veloce verso il Mar Nero. Le navi sostarono a Belgrado dal 8 al 21 luglio, quindi a Braila dal 5 al 14 agosto e poi a Galatz dal 14 al 26 agosto. Il 26 agosto, arrivando a Sulina, le 2 navi completarono la crociera fluviale e diressero per Costantinopoli. Il 10 settembre, le torpediniere iniziarono il ritorno verso l’Italia che si concluse a Brindisi il 26 settembre.

Il 24 settembre 1924, mentre le 2 torpediniere passavano il Canale di Corinto per entrare nello Ionio, il Ministro della Marina, Ammiraglio Thaon De Revel, ringraziò “le 2 piccole navi che hanno portato l’omaggio riverente della Patria alle tombe dei morti in terra straniera e che hanno fatto sventolare la nostra bandiera vittoriosa per il grande fiume balcanico”.

Ma già alla fine del 1924, la Marina avviava il programma di profonda trasformazione del proprio strumento navale per ben più ampie ambizioni, relegando le minuscole torpediniere a compiti ausiliari. Da allora, nessun’altra nave militare italiana ha più risalito il Danubio.

A.N.M.I.-Italien